S. Antonio di Padova - Chiesa Madre
A est della piazza dei Vespri possiamo ammirare la monumentale facciata della chiesa Madre edificata tra il 1892 e il 1898. 1 mosaici sul fronte principale sono stati introdotti intorno alla fine degli anni cinquanta per l'opera di artisti fiorentini. Una chiesa risulta già presente, nel 1558, nel luogo di quella attuale. Era detta Maior, quindi la principale e nel 1598 risulta sotto il titolo dell'Assunzione. Siamo del parere che in questo luogo era probabilmente posta la chiesa parrocchiale del nostro casale medievale, la cui esistenza è suggerita dalla presenza del prete Andrea Imborrida a Favara, nel 1375. Questi si adoperò a raccogliere tra i Favaresi (51 famiglie) il denaro (3 onze) che avrebbe contribuito, assieme a quello degli altri siciliani, a togliere la scomunica del Papa che pesava sulla Sicilia già da molti anni.
La chiesa fu ampiamente ricostruita nel corso del 1760, e ancora nel 1828 per volere soprattutto di Biagio Licata (1765-1837), nonno del principe di Baucina, che destinò all'opera un'ingent somma. Gli stucchi e le pitture dell'intemo, adornato da colonne con capitelli in stile ionico, vennero completati intorno alla metà del 1830. Questa chiesa fu abbattuta nel 1892 quando venne costruita l'attuale, i cui lavori durarono fino al luglio 1898. L'inaugurazione
avvenne il 10 ottobre dell'anno precedente. La direzione dei lavori fu affidata all'Arch. Carmelo Sciuti Patti di Catania che non poté completare i lavori; furono ripresi dall'Ing. Achille Viola da Castronovo, il quale modificava in parte il progetto.
La chiesa, di architettura lombarda dei secoli XIV e XV, all'intemo si presenta a tre navate di cui quella laterale a sinistra custodisce un grande e pregevole Crocifisso del '600. In questo luogo, nel corso dei secoli XVII1XIX, c'era un oratorio, detto del SS. Crocifisso, che accoglieva il citato Crocifisso, proveniente dalla vecchia chiesa Madre: anno 1736 circiter altare et insigne simulacrum SS.mi Crucifixi ex dicta Parrocchiali Ecclesia in contiguum translata sunt Oratorium hodie ampliatuni etpulchra ornatum forma. L'oratorio venne distrutto nel 1892, quando iniziò la costruzione della nuova Madrice.
Le spese per la costruzione dell'attuale chiesa vennero sostenute principalmente da Francesco Piscopo, che alla sua morte (1885) fece, a questo scopo, un notevole lascito, e dai fratelli Giuseppe (1837-1920), Giovanni (1825-1892) e Gesuela Giudice (1853‑1934), figli di Gaspare, che vi destinarono grosse somme di denaro. Fu per volere di quest'ultima che venne edificata la grandiosa cupola, non prevista nel progetto dello Sciuti Patti. All'interno della chiesa, si trova un quadro di fine '800, raffigurante la Vergine Assunta che consegna le chiavi (della chiesa) a due laici, da identificare, a nostro avviso, con i fratelli Giuseppe e Giovanni Giudice, i quali hanno voluto così immortalarsi come committenti della grandiosa opera. A destra dell'altare maggiore, c'è un altro altare di legno, in stile neoclassico, opera del maestro Michele Lentini che accoglie la statua di S. Antonio da Padova, patrono di Favara. La base di marmo è un dono del barone Antonio Mendola, e fu realizzata nel 1898 da C. Sorci Genovese di Palermo. Nella sottostante urna si può vedere la statua di Santa Filomena (sulla cui esistenza storica ancora oggi si dubita) realizzata anch'essa nel 1898.
Una lapide di marmo, a destra di questo altare, ricorda l'impegno economico dei fratelli Giudice per la costruzione della chiesa e l'inaugurazione avvenuta il 10 ottobre 1897.
L'altare maggiore, risalente all'epoca della costruzione della nuova chiesa, realizzato da C. Sorci genovese, ospita la statua della Vergine Assunta, opera dell'artista Coodorer da Ortisei.
L'altare del Sacro cuore di Gesù, donato da Stefano Miccichè (1873-1920), fu eseguito nel 1902 dai fratelli Geraci di Palermo. Degno di nota è l'organo costruito e collocato da Pacifico Inzoli da Crema.
Interessante è il pulpito ligneo, in stile neogotico, eseguito nel 1901, dai maestri Antonio Amico e figlio Antonio, su disegno del pittore favarese Vincenzo Indelicato.
Successione dei parroci:
Prima degli arcipreti ressero la Chiesa di Favara i Vicari Curati,
1. don Giacomo Ruzo, arciprete nominato per libera collazione.
2. don Sigismondo Dr Rubeis, arciprete-parroco dal 1559, nominato per libera collazione.
3. don Antonio Giacomo Camarda dal 1607 al 1614 (in cui anno rinunziò)
4. don Antonio Giovanni Ramandi dal 1614
5. don Mariano Minà nominato nel 1615 da Paolo V
6. don Gerlando Tabone dal 07.04.1637
7. don Nicolò Lupo dal 1642 si dimise il 15.02.1655
8. don Vincenzo Sutera (Abate) 11.03.1655
9. don Vincenzo Mangiaforte, dal 23.04.1683
10. don Felice Scalaglino dal 07.06.1694
11. don Giambattista Zappulla dal 10.03.1740
12. don Giuseppe Cafisi dal 30.08.1757
13. don Domenico Rosa dal 27.11.1802
14. don Ignazio Cafisi dal 14.05.1807
15. don Antonino Salvaggio dal 23.03.1830
16. don Carlo Valenti dal 26.10.1875
17. Mons. Antonio Giudice, nato a Favara nel 1870, Avvocato , senti la chiamata al Sacerdozio frequentò gli studi teologici a Roma e conseguì la laurea in Diritto Canonico presso l'Università Gregoriana, fu ordinato sacerdote il 13.06.1897, fu nominato arciprete di favara per l'avanzata età dell'arciprete valenti il 28.04.1905, Il Vescovo di Agrigento S.E. Mons. Lagumina gli affidò l'incarico di prof. del Seminario di Agrigento e Ciantro della cattedrale, fu Decano del Capitolo, quindi fu insignito Cameriere Segreto di Sua Santità e Protonotaro Apostolico dal Papa. Il suo nome è legato all'Oratorio Mons. Antonio Giudice, che fermamente volle costruire a sue spese (£.250.000 del tempo) per il suo ardente desiderio di offrire ai giovani un'opera per la loro formazione religiosa e morale. (da "Le chiese di Favara" di salvatore Capodici)
18. don Salvatore Pirrera 01.06.1927
19. Mons. Giuseppe Minnella 19.12.1948
20. Mons. Calogero Gariboli 01.10.1973
21. don Ignazio Giunta 01.09.1993
22. Mons. Giuseppe Veneziano B. 01.09.2001
23. don Domenico Zambito 01.09.2006
24. don Giuseppe D'Oriente 01.09.2013 (parroco moderatore)
25. don Maurizio Calogero Di Franco 22.12.2014 (co-parroco)